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Droni nel cielo: ammirarli o temerli

Settembre 2013, Germania. La cancelliera Merkel sorride al drone lanciato da alcuni dimostranti pacifici durante un suo comizio. “Dresda, parla Angela Merkel: sul palco atterra un drone” scrive La Repubblica, e ancora “Germania: drone su Angela Merkel. Telecamera abbattuta sul palco” riporta il Corriere della Sera.

Qualche mese fa invece non fu un politico di spicco ad essere “sotto attacco”. Ricorderete tutti articoli di giornale o servizi tv con titoli come “Droni su Gatwick, caos nei voli a Londra: aeroporto in tilt” scrive SkyTg24 o anche “Giallo droni a Londra, Gatwick in tilt. «Vacanze rovinate per migliaia di turisti»” scriveva il messaggero.

Più passa il tempo e più si vedono i droni come una minaccia imminente, ma sarà davvero così?

Innanzitutto va subito specificato che il drone fa ciò che il pilota gli dice di fare e quindi sarebbe come accusare un automobile con tanti cavalli di essere pericolosa perché può raggiungere la velocità di 300 km/h: è il pilota a schiacciare l’acceleratore, non la vettura in se.

Non ci sono droni buoni o droni cattivi ma ci sono piuttosto piloti con buone o con cattive intenzioni. Andiamo per gradi.

Gatwick, il secondo scalo londinese, è andato in tilt dopo che due droni hanno sorvolato l’aeroporto. Due oggetti alla portata di tutti, estremamente piccoli rispetto ad un boeing 747 ma in grado di tenere a terra centinaia di voli e migliaia di persone, far scattare un allarme terrorismo e allertare pure l’esercito britannico.

L’antiaerea per i droni: Drone Dome

Dopo un allarme rientrato nel giro di qualche giorno seguito dall’arresto di due persone ritenute responsabili, si è dovuti correre ai riparti. Venne installato l’apparato israeliano Drone Dome, della azienda Rafael. Il Drone Dome è caratterizzato principalmente da tre elementi: un radar, un sistema di neutralizzazione ed una consolle di controllo. Il radar è il cuore di questo sistema antidrone ed è suddiviso in quattro sezioni che scansionano un angolo di 90 gradi ciascuna, rendendo possibile il controllo dell’intera area in maniera completa.

Il Drone Dome ha un raggio di controllo compreso tra i 3,5 Km e i 10 Km. Una volta individuata un possibile drone in tale raggio, sono due le opzioni che possono essere intraprese per neutralizzarlo. Si può abbattere mediante un raggio laser ad alta intensità e frequenza oppure tramite un getto d’acqua ad elevata pressione, chiamato in gergo “water gun”. 

Se foste dei massimalisti potreste dire:” tutte queste precauzioni per un drone in un aeroporto? Ma dai è successo solo una volta! Spendeteli meglio i soldi”. 

Se davvero anche voi la pensate così voglio informarvi che nel 2018 le mancate collisioni tra aerei di linea e droni sono salite del 168% rispetto a quelle dei due anni precedenti. Non è infine da sottovalutare il danno economico dovuto ai ritardi imposti alle compagnie aeree. Infine, se fosse stato davvero un attentato? Le conseguenze potrebbero essere davvero gravi.

È stato uno dei momenti in cui si è preso coscienza del rischio possibile per la sicurezza. Piccoli velivoli, controllati a distanza, facili da usare e a volte economici e alla portata di tutti. 

Ecco perché oggi si studia come difendersi anche in Italia, infatti a Sabaudia (Latina, Lazio) al comando artiglieria contraerei dell’esercito ha sede il centro d’eccellenza anti-drone. La minaccia dei droni sta diventando sempre più consistente e non si sviluppa solo per contrastare attività militari ma soprattutto per attività civili, infatti un semplice drone potrebbe essere usato in qualsiasi manifestazione per scatenare il panico ma abbatterlo sarebbe sicuramente la soluzione più rischiosa per l’incolumità delle persone ed è qui che entra in gioco la tecnologia.

Se si rilevasse un drone ostile in avvicinamento sull’obbiettivo, entrerebbe in gioco la strumentazione che lo costringerebbe all’atterraggio e questo sarebbe possibile grazie ad un fucile che entra nella banda delle frequenze del telecomando e può sia rispedire il drone al mittente o decidere di lasciarlo in stallo. In spazi aperti e vasti come in città, vengono sparse qua e là antenne elettromagnetiche per individuarli e mostrarli su un app in tempo reale.

Se usate con coscienza sono meraviglie tecnologiche utili al genere umano ma, prevenire è meglio che curare.