Il “Regolamento Mezzi aerei a pilotaggio remoto” è il nome della Nuova Normativa ENAC che nell’Edizione 3 dell’11 novembre 2019 è stata pubblicata sul sito dell’ENAC stesso. Entrerà in vigore dal trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione in sostituzione al precedente emendamento del 21 maggio 2018.
Prima di entrare nel merito del nuovo regolamento, vorrei spiegarvi brevemente il mio percorso di formazione all’interno di questo fantastico modo.
Era il 2014 quando ho scoperto questa mia passione. Costruisco un drone ”fai da te” insieme ad un mio grande amico (ho scritto anche un libro che uscirà a breve riguardo tale esperienza), inizio ad effettuare i primi voli e da subito capisco che questo mio hobby sarebbe divenuto la mia professione, spinto dal motto “scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”.
Mi informo riguardo ai requisiti necessari per inserirmi nel mondo del lavoro, studiando minuziosamente tutta la normativa dell’epoca disponibile sul sito ENAC, ed ai costi da sostenere, che si rivelano essere spese di svariate centinaia di euro. Fortunatamente la mia famiglia non mi ha mai fatto mancare nulla, ma me la sono sempre cavata da solo, dunque il sostegno di tali spese comporta numerosi sacrifici. Moltissimi di voi avranno fatto il mio stesso percorso, ne sono certo, ma per i neofiti dell’argomento entrerò nel dettaglio.
All’epoca per poter ottenere l’attestato di pilota di droni riconosciuto da ENAC era necessario sostenere un primo corso, definito “Basico”, ed un secondo, comunemente conosciuto come “CRO”, per poter realizzare operazioni critiche in scenari standard.
Il corso basico era composto da una parte teorica in aula di 16 ore ed una parte di pratica di volo di 5 ore, al termine delle quali l’allievo doveva sostenere un esame composto da 24 domande a risposta multipla ed un volo valutato da esaminatore ENAC.
ENAC suddivideva i droni in due categorie in funzione del peso e della MOD (Massa Operativa al Decollo):
· Droni di classe VL (con peso totale che va da 300 gr a 4 Kg)
· Droni di classe L (con peso totale maggiore di 4 Kg e minore o uguale a 25 Kg);
Dunque per poter eseguire voli con ogni tipo di drone civile, era necessario sostenere quattro esami con ingenti costi.
Oltre ai corsi, Enac richiedeva anche una visita LAPL (Light Aircraft Pilot’s Licence), perché probabilmente a loro giudizio guidare un drone era equiparabile a guidare un elicottero o un aeromotore
Una volta superati i corsi, occorreva la registrazione ad ENAC del pilota e del drone, previo pagamento di ulteriori tariffe e tasse (vi lascio il link di un articolo che avevo scritto in passato se volete approfondire).
Last but non least, era ovviamente richiesta l’assicurazione, che probabilmente era l’unica cosa che condividevo di tutto l’iter burocratico…ma la passione non mi ha mai fatto demordere.
Il lato economico non prevedeva criticità solo per le spese da sostenere, ma vi era molta reticenza (e vi è tuttora) da parte dei committenti nell’accettare i preventivi presentati. Spesso i pagamenti ritardano o addirittura non sono completati, quotidianamente qualche cliente pronuncia le fatidiche parole: “Sì, vabbé, per 10 minuti di volo tutti quei soldi mi sembrano eccessivi”. Anche su questa tematica avevo scritto uno dei primissimi articoli, potete trovarlo qui.
Molte volte capitava anche di imbattersi nell’operatore abusivo che immancabilmente proponeva servizi (non autorizzati) a prezzi irrisori (certo, mica pagano l’assicurazione o l’iscrizione questi signori). E, come se non bastasse, quelli che giustamente segnalavano alla questura tali individui irregolari venivano marchiati come scorretti. Scorretto proprio tu, tu che spendevi fior di quattrini per essere un lavoratore regolare.
Arriviamo alla fatidica data: 11 novembre 2019.
Son sincero, all’inizio per il poco tempo a disposizione non ho letto il testo del nuovo Regolamento ENAC, mi sono solo affidato a quanto riportavano alcuni siti e pagine come Dronezone. Decido a metà febbraio di scaricare il PDF del testo completo e…sono rimasto di stucco. Veramente non ho parole per descrivere il mio stato d’animo.
Cosa penso della normativa? Dichiaro pubblicamente essere una “truffa legalizzata”, la classica furbata all’italiana. ENAC probabilmente non aveva previsto il giro d’affari che tutto questo mondo avrebbe potuto generare ma, una volta colto, ha deciso di cambiare le regole a proprio vantaggio ed a discapito dei lavoratori del settore.
Perché dico questo?
Innanzitutto ha pensato bene di creare il portale D-Flight, che porta solo una miglioria: sapere in anticipo in quale spazio aereo si andrà a volare. Perché dico l’unico?
Un operatore professionale ha l’obbligo di pagare 24€ annui per iscriversi al portale, come se non bastassero le altre spese. Poi, nonostante ogni operatore professionale avesse già pagato per registrare i propri droni ed avere un QR-Code di riconoscimento, ora deve pagare 96€ per riceverne un altro, sebbene i suoi droni siano già tutti registrati sul portale ENAC. Non ci credete? Provate a digitare il nome di un operatore qui e troverete tutte le sue licenze ed i suoi droni.
Se consultate il regolamento a pagina 13, troverete l’articolo 8 che spiega tutti i requisiti a cui bisogna adempiere per l’impiego dei SAPR. Vi riporto il comma 2: “[…] sistema elettronico di identificazione […]. Le caratteristiche del sistema sono rilasciate dall’ENAC”. Sicuramente normati da loro ma mica ti spiegano come. Non esiste più la divisione in VL e L di cui vi ho parlato precedentemente (basata sul peso), ora è sostituita da una classificazione basata sulle varie modalità di volo, quindi operazioni in VLOS (volo a vista), EVLOS (volo a vista in area esterna) o BLOS (volo oltre la linea visiva).
Altro cambiamento riguarda il corso “Basico”: ora si frequenta solo un corso online e si devono superare quaranta domande a risposta multipla, non è più prevista alcuna prova pratica. Alla scadenza dei cinque anni il rinnovo prevede il superamento di un nuovo esame teorico.
Se si vorrà sostenere il corso per operazioni critiche si dovrà avere il primo attestato, sostenere nuovamente un esame teorico addizionale con 30 domande a risposta multipla, un corso di addestramento pratico articolato su specifici scenari al termine del quale ogni operatore dovrà affrontare uno skill test con un esaminatore.: Sarà un cappio al collo?
Nell’art. 37 comma b) viene spiegato che dal 1° luglio 2020 per la aggiornata Normativa ENAC i nostri attestati saranno carta straccia e bisognerà registrarsi sul portale D-Flight “senza oneri aggiuntivi”; si dimenticano però i 24€ annui ed i 96€ di cui sopra, infatti al comma c) non spiegano espressamente che bisogna pagare, di nuovo, ma riportano solo che “dal 1° marzo 2020 gli operatori SAPR impiegati ad uso professionale, […], non potranno svolgere attività di volo in assenza di registrazione e i relativi SAPR devono essere provvisti di QR code”.
Sintesi: come al solito in Italia ti spingono verso l’abusivismo e ti demoralizzano ogni giorno di più. A me personalmente fa davvero arrabbiare il comportamento della autorità che legiferano ed amministrano.
Perché uno dovrebbe scegliere l’Italia per il mondo del lavoro? Perché un imprenditore deve investire in questo Paese?
Fate girare l’articolo il più possibile perché penso proprio che potrebbe essere atto a censure in breve tempo. Sono aperto al confronto con tutti. Contattatemi, chiamatemi, scrivetemi sui social o tramite una email. Ditemi la vostra.