L’utilizzo dei droni da qualche anno è sempre più richiesto a supporto di operazioni di ricerca, di monitoraggio, di ispezioni di edifici, a seguito di eventi calamitosi.
L’ultimo evento disastroso nel quale si ravvisa l’utilizzo di droni è l’uragano Dorian che sta devastando le coste degli Stati Uniti, causando l’evacuazione di milioni di persone.
DJI ha raccomandato ai piloti di droni (autorizzati dalla FAA, l’ENAC statunitense) residenti nelle vicinanze di mettere a disposizione dei soccorritori il proprio drone quando la tempesta sarà passata.
A livello nazionale, l’ evento eclatante che ha visto determinante il ruolo dei droni è quello del recente terremoto del centro Italia (il monitoraggio costante delle zone ha permesso il salvataggio di numerose vite umane).
Nel regolamento ENAC sono citate come “operazioni critiche” ad esempio, “monitoraggio di esondazioni/alluvioni, frane, geolocalizzazione di incendi boschivi, verifica dissesto idrogeologico e rilevazione discariche”. Pertanto gli eventi calamitosi rientrano appieno in questa classificazione.
Le potenzialità dei droni, tuttavia, non sono ancora sfruttate appieno per via di vari problemi burocratici e normativi, come, ad esempio, gli stringenti vincoli di condizioni di volo (VLOS, BLOS, EVLOS), di visibilità, di parametri meteorologici e di limiti di spazio aereo.
Tuttavia, a nostro parere, l’utilizzo di un drone è sicuramente più veloce, preciso ed economico dell’utilizzo di qualsiasi altro velivolo in questi frangenti.
Speriamo quindi che in futuro la normativa migliori e non preveda più tutte le lunghe e costose pratiche burocratiche richieste ad oggi.
Per fortuna, pare che qualcosa si stia muovendo, almeno all’estero: incoraggiante è il caso del drone “Matrice 200” utilizzato dagli operatori della protezione Civile del Canton Appenzello Esterno, a Teufen (AR).
La novità assoluta consiste nel fatto che sono gli stessi operatori della Protezione Civile a sostenere corsi per pilotare il velivolo, senza ausilio di professionisti esterni.
Tutto ciò perché, lo ribadiamo, in caso di disastro, soprattutto frane, inondazioni, piene o incendi, in cui c’è un elevato rischio di crollo, i droni possono consentire alla protezione civile di valutare la situazione rapidamente e senza pericolo.
Finora, in simili situazioni, erano gli elicotteri ad intervenire. Tuttavia questi ultimi sono molto più costosi e dipendenti dalle condizioni atmosferiche rispetto ai droni.
Un altro esempio di applicazione dei droni ad attività di pubblica sicurezza e salvaguardia ambientale è offerta dall’azienda Parrot.
Grazie ai sensori infra-termici, monitorando le zone colpite da incendio con i droni, gli operatori possono passare dal video classico alla visione termica.
Una funzionalità essenziale per identificare le differenze di calore, individuare i focolai, valutare gli accessi, seguire l’evoluzione dell’incendio e prevenire i pericoli. In sostanza, raccogliere i dati della scena per meglio pianificare l’intervento.
Ciò consente ai vigili del fuoco di essere più efficaci e di agire in sicurezza.
Speriamo davvero che la burocrazia si snellisca e permetta ai droni di rappresentare in maniera sempre maggiore un aiuto ed un supporto su cui contare, in caso di calamità naturali , per consentire ai soccorritori di agire in maggiore sicurezza e, soprattutto, di salvare sempre più vite umane.